Prima parte, il negativo bianco e nero
Tutti conosciamo la diffusissima procedura chiamata “
scansione” che permette di digitalizzare le pellicole fotografiche.
Ma quando vogliamo scansionare le pellicole fotografiche
negative in bianco e nero, vi sono alcuni problemi da affrontare.
Il limite tecnico che hanno tutti gli scanner è dato dal
fatto che quando si scansionano le pellicole negative bianco e nero, non è
possibile applicare la pulizia digitale ICE, ma cosa è ICE?
ICE è una azzeccata soluzione hardware e software. E' semplice ed efficiente: in aggiunta alla lettura dei tre canali RGB che
rilevano i colori dell'immagine, vi è un quarto canale che “legge” il
fotogramma nella lunghezza d’onda dell’infrarosso.
La pellicola è completamente trasparente a questa lunghezza
d’onda, mentre ma non lo sono i graffi, la polvere ecc..Una volta rilevati i
difetti, viene creata una mappa del fotogramma e in base a questa la funzione
ICE, in modo digitale, ricostruisce le parti mancanti al termine della
scansione.
I risultati sono sorprendenti e le correzioni apportate da
ICE sono praticamente invisibili.
Il limite sta nel fatto che ICE non è utilizzabile con le
diapositive Kodachrome e con le pellicole in bianco perché contengono cristalli
di alogenuro d’argento che non sono trasparenti all’infrarosso.
L’impossibilità di applicare questa utile tecnologia
comporta successivamente uno snervante lavoro di “spuntinatura e ritocco” digitale.
Avendo la necessità di digitalizzare le mie vecchie negative
in bianco nero, (circa 10.000 foto in formati diversi) ho scartato l’opzione
“scansione” dopo vari tentativi, sia per i lunghi tempi necessari allo scanner,
sia per l’impegno richiesto dalla successiva postproduzione.
Ho letto in vari forum che molti hanno provato a fotografare
le negative con i più incredibili “accrocchi”, ma ho sempre visto pubblicate
delle riproduzioni decisamente scadenti con contrasti molto elevati e basso
dettaglio oltre a fotogrammi
“trapezoidali”, segno evidente della imprecisione della centratura ottica fra la macchina fotografica e il fotogramma da riprodurre.
Sfruttando l’esperienza accumulata in molti anni di lavoro e
delle attrezzature presenti in studio, mi sono messo al lavoro e dopo alcune
modifiche, ho assemblato un banco per riproduzioni estremamente solido (pesa
70Kg.)
I primi test mi hanno fornito dei risultati che indicavano
la giustezza della strada intrapresa.
Ho successivamente provveduto a ottimizzare ulteriormente
l’attrezzatura, (principalmente nella parte di generazione della luce) e ho
finalmente ottenuto dei risultati all’altezza delle mie aspettative.
Ecco la comparazione fra la scansione a 2400 dpi eseguita con Nikon Super Coolscan 5000 ED e
la “Riproduzione digitale”
Scansione
Crop 100%
Come si può notare la scansione presenta una infinità di
piccole imperfezioni, che richiedono parecchio lavoro di postproduzione per
essere eliminate, oltre a una marcata evidenziazione della grana e un contrasto
abbastanza elevato.
Per “nascondere” parzialmente la grana si potrebbe utilizzare la funzione GEM, ma comporta una
perdita di nitidezza.
Con il sistema che ho messo a punto, che ho banalmente
chiamato “Riproduzione Digitale” sono giunto a questi risultati:
Riproduzione digitale
Crop 100%
A differenza della scansione, la Riproduzione Digitale
fornisce in questo caso un risultato decisamente migliore e in tempi
rapidissimi.
Si può notare una maggiore pulizia del negativo (sono
necessari minimi interventi di ritocco), una migliore scala tonale e una notevole diminuzione della visibilità
della grana della pellicola, pur mantenendo la stessa nitidezza dell’immagine.
Questo risultato è merito del sistema di illuminazione del
negativo (quello su cui ho lavorato di più) e di una particolare taratura della
macchina fotografica.
Il file generato dalla macchina fotografica è stato salvato
in formato nef senza compressione, aperto in “Capture” e poi elaborato in
Photoshop. Non è stata applicata alcuna
maschera di contrasto.
Un altro grande vantaggio della riproduzione digitale è la
drastica riduzione dei tempi di lavoro, infatti la scansione a 2400 dpi
richiede fra preview, ottimizzazione e scansione vera e propria mediamente 3/5
minuti di tempo e successivamente deve essere fatta la postproduzione.
Con la riproduzione digitale, una volta tarato il sistema si
riproducono e in pochi secondi i singoli fotogrammi, che vengono visualizzati
immediatamente a monitor.
Poi si passano i
file alla postproduzione e con operazioni in batch si ottengono i
risultati che vedete nei file.
Note tecniche:
La scansione
delle negative è stata eseguita con scanner Nikon Super Coolscan 5000 ED. alla
risoluzione di 2400 dpi, 8 bit RGB senza applicare nessuna correzione.
La riproduzione
digitale dei negativi è stata eseguita con una Nikon D700 + obiettivo Nikon
Micro Nikkor 105mm. F.2.8 AF-S-VR. Utilizzato a diaframma f.8
I negativi è sono stati posti su un duplicatore
professionale per diapositive modificato in alcune parti.
Questo duplicatore è molto versatile, infatti permette la
riproduzione dei più diffusi formati fotografici, 24x36 – 4,5x6 – 6x6 – 6x7 –
6x9 – 6x12 e le pellicole piane 10x12 e 13x18.
Grazie alla estrema solidità, alla totale assenza di vibrazioni e alle precisissime regolazioni micrometriche permette
un perfetto centraggio dei negativi sui tre assi e una assoluta stabilità di lavoro, non dimentichiamo che stiamo parlando di rapporto di riproduzione 1:1 cioè di macrofotografia. Ecco la foto degli strumenti utilizzati:
Nel mio sito aziendale trovate ulteriori informazioni a
questo link. (in preparazione)
A breve pubblicherò i risultati ottenuti con la riproduzione digitale delle diapositive Kodachrome
Carlo Bazan
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ottimo lavoro !
RispondiEliminaAlberto